Il cammino per diventare genitore adottivo è complesso e impegnativo, sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista psicologico.

L’adozione è una grande risorsa che può trasformare emozioni e vissuti negativi, generando nuovi significati e nuovi percorsi di vita. Tali processi partono però da un trauma e da una ferita doppia: quella della coppia che ha atteso a lungo un figlio naturale e quella del bambino che è stato abbandonato. Se, da una parte, è naturale che i genitori possano essersi costruiti una propria immagine del figlio che sarà affidato alle loro cure, dall’altra il bambino adottato, portatore di una propria storia, avrà necessariamente memorie, anche inconsapevoli, e stili di attaccamento che potrebbero generare comportamenti oppositivi, difensivi o addirittura aggressivi. 

Il percorso adottivo appare quindi caratterizzato da variabili tali da poter richiedere l’accompagnamento da parte di esperti, anche quando i servizi territoriali o gli enti per l’adozione internazionale hanno assolto i propri compiti di sostegno e monitoraggio.

La sofferenza legata alla famiglia adottiva può avere a che fare sia con i difficili vissuti relativi agli accadimenti prima dell’arrivo del bimbo nel nuovo nucleo, sia con la costruzione dei nuovi legami

Il mio lavoro di sostegno terapeutico è rivolto a tutti gli attori dell’adozione tenendo sempre presente il sistema famiglia e le sue dinamiche.

  • Il sostegno ai genitori adottivi ha l’obiettivo di aumentare il loro senso di sicurezza affinché essi possano affrontare ogni tappa dell’adozione senza sentirsi soli. Imparare a conoscere a fondo il sistema dell’attaccamento potrà essere utile alla coppia a comprendere meglio il proprio bambino e a poter essere per lui un riferimento sicuro. Il lavoro con i genitori è fondamentale poichè essi sono il punto di riferimento stabile e quotidiano per il bambino. Il percorso di sostegno alla genitorialità adottiva porta a  cambiamenti delle dinamiche disfunzionali che, rispetto alla sola presa in carico del minore, sono più stabili e si realizzano in tempi più brevi.


  • In determinate condizioni si potrà affiancare il sostegno ai genitori ad un percorso terapeutico con il bambino adottato, volto a ripercorrere la strada della propria storia e a sostenerlo nell’elaborazione del dolore. Lo spazio terapeutico sarà un campo relazionale dove poter percepire emozioni vecchie e nuove, apprendere a dare ad esse un nome, imparare a riconoscerle e a regolarle. La terapia è orientata all’integrazione e al consolidamento dell’identità affinché il bimbo possa entrare nel sistema famigliare e riconoscersi come parte di esso, nella relazione con i genitori e nel nuovo contesto di vita. Un particolare lavoro di sostegno su queste dinamiche è rivolto alla fase dell’adolescenza con i suoi cambiamenti significativi, resi ulteriormente complessi dall’essere figli adottivi.  

  • I percorsi di sostegno possono inoltre essere rivolti anche all’adottato adulto alla ricerca di un senso nella propria storia di vita e che può ancora soffrire per i traumi  subiti e non sufficientemente elaborati.

 

 

 

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