SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÁ E DISTURBI DELL'ETÁ EVOLUTIVA
"Se una società vuole veramente proteggere i bambini
deve cominciare ad occuparsi dei genitori"- J. Bowlby
A volte la relazione e la comunicazione fra genitori e figli è messa a dura prova, in particolare nelle fase preadolescenziale e adolescenziale. Come genitore potrai sentirti confuso, impotente, disorientato e quindi arrabbiato, pieno di dubbi o di sensi di colpa e paure. Tuo figlio a sua volta può sentirsi incompreso, non ascoltato e solo. Partendo dalle situazioni di difficoltà quotidiana si possono individuare dei percorsi per facilitare il rapporto educativo con i figli.
Inoltre il sostegno alla genitorialità è fondamentale quando il minore manifesta comportamenti disfunzionali e sintomi specifici come il Disturbo oppositivo provocatorio o il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività. I genitori spesso sentono la necessità di avere uno spazio per poter capire le difficoltà dei propri figli ed individuare le strategie più adeguate per gestire comportamenti e segnali di disagio.
Il genitore è la prima figura di riferimento da cui il bambino impara a stare nel mondo, con cui vive per la maggior parte del tempo, condividendo contesti e spazi di vita. E’ chiaro quindi che il ruolo dei genitori è fondamentale per assicurare il benessere del figlio e per risolvere i disturbi evolutivi.
Il sostegno genitoriale può dare la possibilità di conoscere al meglio i sintomi e il loro significato, come questi vengono mantenuti dal sistema familiare e come invece possono diminuire, attraverso la condivisione di percorsi psico-educativi, di approfondimento sulle dinamiche genitore-bambino e sulla regolazione emotiva. Questo tipo di approccio è quello che maggiormente garantisce la velocità e la stabilità dei risultati. In determinate condizioni potrò affiancare il sostegno ai genitori ad un percorso terapeutico con il minore.
Questo metodo di lavoro si è dimostrato utile in particolare per affrontare i seguenti disturbi dell’età evolutiva
Questo tipo di disagio è caratterizzato da comportamenti oppositivi e negativi che spesso si presentano con ostinazione e tenacia e il bambino non mostra nessun tipo di apertura verso mediazioni o tregue con gli adulti e con i coetanei. Le regole e i limiti vengono automaticamente ignorati e i rimproveri per nulla accettati. Spesso i genitori davanti a queste reazioni possono sentirsi snervati e sfibrati. Come psicoterapeuta saprò aiutarvi nella ricerca dei significati di questi comportamenti, di opportune strategie di gestione, diminuendo lo stress innescato.
Le caratteristiche di un bimbo con un disturbo di questo tipo sono l’inattenzione, l’impulsività e l’iperattività motoria. Ciò spesso provoca problemi a scuola o in altri contesti sociali. Nella maggior parte dei casi questo disturbo coesiste con comportamenti oppositivi provocatori, disturbi della condotta, disturbi dell’apprendimento, disturbi d’ansia e in alcuni casi, anche se più raramente con disturbi dell’umore e tic.
Il corpo del bambino soprattutto in età prelinguistica rappresenta frequentemente un mezzo per comunicare agli adulti significativi la propria condizione psicologica. In ogni caso, quale che sia il tipo di sintomo o il particolare evento che può averlo preceduto, l'analisi del particolare contesto delle relazioni familiari in cui esso si è manifestato ci permetterà di comprendere il suo significato e i particolari bisogni espressi dal bambino in tal modo.
I bambini e i ragazzi possono sperimentare difficoltà nell'espressione delle loro emozioni e nelle relazioni con i pari e con i genitori. Questi bambini spesso possono presentare:
- difficoltà nella separazione dai genitori
- difficoltà di socializzazione con i coetanei e ricerca di un rapporto esclusivo con l’adulto
- difficoltà nella gestione delle emozioni
- sintomi psicosomatici (mal di stomaco, mal di testa, nausea e disturbi del sonno)
- passività nella scelta di giochi e attività da svolgere
- ansia scolastica e ansia da prestazione
- isolamento, mancanza di interesse e chiusura
- episodi di rabbia e aggressività come reazione alla frustrazione
- diminuzione o assenza di interesse per attività che prima risultavano piacevoli.
In queste situazioni, come terapeuta, potrò aiutare il genitore a capire le emozioni che si nascondono dietro ai comportamenti del figlio e a creare uno spazio di ascolto e accoglienza, fino a che non sarà il bimbo stesso, attraverso una positiva relazione con mamma e papà, a poter riconoscere, nominare e condividere in maniera sana i propri stati emotivi.